La natura morta è presente fin dall’antichità, che trova il suo massimo splendore nei secoli XVII e XVIII della nostra era. Il genere si presta al virtuosismo degli artisti e a celare, sotto simbolismi non immediatamente percepibili, significati assai più complessi, legati all’abbinamento delle suppellettili e dei vari cibi raffigurati e alla loro disposizione gerarchica sulla tela.
Ma anche nella loro raffigurazione immediatamente comprensibile, ci lasciano testimonianze straordinarie della cultura alimentare dei secoli passati.
Come questa “Colazione” dipinta dal pittore fiammingo Willem Claesz Heda (1594-1680) nel XVII secolo, che affianca ad arredi da tavola di particolare ricchezza un prosciutto già avviato e una micca di pane bianco.
L’arte di Heda, di rara raffinatezza, si fonda sull’armonia tra i grigi dell’argenteria e del vasellame e i bianchi del tovagliolo e del grasso del prosciutto, messa in risalto dal solo colore rosato della carne.
La tavola è certamente quella di un signore e ci ricorda che fino al Cinquecento e Seicento i salumi, che oggi siamo abituati a gustare crudi e tagliati in fette sottili, venivano regolarmente cotti e serviti in fette spesse e irregolari – un po’ come la spalla cotta, ghiotta specialità di San Secondo parmense – come i segni del coltello lasciano ben vedere.