Il castello di Torrechiara

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Il Castello di Torrechiara

La provincia di Parma accoglie uno dei più illustri esempi di architettura castellare italiana: il maniero medievale di Torrechiara. L’imponente struttura si erge in cima ad un colle, in un borgo medievale che si affaccia sulla Val Parma e che prende, appunto, il nome di Torrechiara (frazione di Langhirano). La rilevanza storica ed estetica del castello è riconosciuta in tutto lo Stivale, tanto che dal 1911 è insignito del titolo di monumento nazionale italiano, un onore attribuito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali alle entità culturali più rappresentative del proprio territorio di riferimento.

La storia

Il castello originario nasce in epoca medievale, anche se la composizione architettonica di cui possiamo godere oggi risale al 1448. Il progetto venne commissionato dal Magnifico Pier Maria Rossi (1413-1482), condottiero e Conte di San Secondo.

Da subito l’edificio ricoprì due funzioni principali e distinte: quella difensiva, in veste di rifugio per le legioni militari, per via della sua posizione sopraelevata e strategica e, in secondo luogo, quella residenziale, confermata dal ricchissimo patrimonio artistico presente al suo interno. Non era uso dell’epoca decorare con tanta grazia gli edifici con finalità militari. La tripla cinta muraria, collegamento tra quattro torri angolari di grandi dimensioni, confermano tuttavia che il maniero è stato utilizzato come punto strategico militare. Come sempre accade, la struttura stessa di edifici e monumenti racconta, almeno in parte, la storia che ha portato alla loro creazione.

 

Un edificio “militare”

F Ravenet, Veduta del castello di Torrechiara nel 1700 (Parma, Archivio di Stato). In primo piano un viaggiatore straniero del Grand Tour intento a riprendere il maniero.

La “Guerra dei Rossi”, iniziata nel 1482 e in seguito la cosiddetta “Guerra di Parma”, che vide contrapposti i Farnese, appoggiati dal Re di Francia Enrico II di Valois (1519-1559), e lo schieramento di Papa Giulio III (1487-1555) furono due eventi di grande rilevanza militare, nei quali il castello di Torrechiara venne sempre utilizzato come perno strategico e fu soggetto ad assedi e scenario di numerose battaglie. Negli anni successivi alla guerra il maniero venne più volte ristrutturato, per via dei danni subiti durante gli scontri.

Nel periodo in cui fu proprietà degli Sforza, il castello subì una ristrutturazione finalizzata a renderlo più “residenziale”. La cinta muraria venne in parte abbassata, vennero costruite delle logge panoramiche, giardini pensili e frutteti che andarono a sostituire le più grezze barricate medievali. Francesco Sforza si occupò inoltre di ingaggiare il cremonese Cesare Baglioni (1550-1615), a cui venne affidato il compito di affrescare numerose sale interne.

Le opere di Baglioni si aggiunsero dunque a quelle quattrocentesche, realizzate da Benedetto Bembo (1423-1489) su ordine del conte Pier Maria nei secoli precedenti.

Un edificio d’arte: la “camera d’oro”

L’interno del castello di Torrechiara è oggi ricco di bellezze artistiche estremamente suggestive.

La “camera d’oro” venne realizzata proprio dal Bembo nel 1462, al fine di celebrare l’amore passionale di Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini.

Gli affreschi simboleggiano e ripercorrono la relazione illecita tra la nobildonna di origine comasca e lo stesso Rossi, intenta a “pellegrinare” fra tutti i castelli dei possedimenti rossiani. “Bianchina” era infatti sposa di Bertrando, nipote del Conte. Le sue spoglie vennero seppellite nell’oratorio di San Nicomede, altra costruzione di straordinario valore storico all’interno del complesso castellare di Torrechiara. Ancora oggi la camera è tra le attrazioni più visitate del castello, assieme alla Sala della Vittoria e alla cosiddetta “Sala degli stemmi”, contenente gli emblemi delle famiglie che hanno detenuto la proprietà del castello negli anni. Ad oggi il castello è aperto alle visite, con un tour che tocca le parti principali dello stabile, iniziando dal cortile d’onore e passando poi per la stupenda Cappella di San Nicomede, in un vero e proprio viaggio nel tempo a ripercorrere le storie di un gioiello parmigiano.