Maestro Niccolò
Allevato dall’uomo fin dalla preistoria, il maiale ha finito col divenire “uno di famiglia” assumendo su di sé, nel corso del tempo, vizi e virtù umane, quasi fosse lo specchio della nostra personalità. Fondamentale per la sopravvivenza della famiglia contadina, per la sua famigliarità con l’uomo, è divenuto, nel corso dei secoli, soggetto assai frequente nelle arti e negli oggetti della vita quotidiana.
Dai pesi da bilancia suiniformi di epoca romana, alle suppellettili da tavola, ai salvadanai, ai dipinti, alle stampe benaugurali, alla pubblicità, le varie epoche ci restituiscono immagini di maiali che rimandano, in forma simbolica, a molteplici significati.
Incontriamo così i classici riferimenti al maiale, prezioso alimento in cucina, alle sue preparazioni, ai momenti conviviali, ai doni che ci elargisce a partire dal momento del suo sacrificio, eseguito in precisi momenti legati alle fasi lunari. Nelle raffigurazioni medievali dei mesi – là dove il “tempo dell’uomo” con le sue occupazioni stagionali, si innesta nel “tempo di Dio” – sono assai frequenti le scene autunnali on cui il maiale è raffigurato nell’atto di cibarsi delle ghiande mature appena cadute dalle querce. Esempio magistrale è la formella del protiro della chiesa di San Zeno a Verona firmata da Niccolò e risalente al XII secolo. Qui proponiamo anche una immagine tratta dagli affreschi giotteschi che decorano la grande aula del Palazzo delle Ragione di Padova, databili al XIV secolo e che riprendono le teorie astrologiche di Pietro d’Abano (1230-1315).
Frequente poi, nelle raffigurazioni rinascimentali e successive, è la presenza del maiale con rimandi al mondo letterario: classica la rappresentazione collegata all’episodio dei compagni di Ulisse fatti schiavi e trasformati in maiali dalla maga Circe, alla Divina Commedia, al Don Chisciotte di Cervantes, alla Fattoria degli Animali di Orwell e alla classica fiaba dei Tre porcellini.
Il maiale è spesso identificato con il simbolo del peccato, non di rado associato alla figura femminile, ed è anche immagine ricorrente nella satira politica.
Ma le raffigurazioni del maiale sottolineano anche il legame tra il porcello e la madre terra o con il mondo della medicina ed evidenziano le varietà presenti in tutto il mondo.
«Da sempre il maiale ha un significato simbolico particolare. Sta per fertilità e forza ed è un segno di agiatezza e ricchezza. Serve poco per allevarlo, puoi nutrirlo con poveri scarti e dopo averlo ingrassato per un po’ di tempo rende molto. Con questi pensieri, la cassettina di risparmio ha acquisito la forma di un maiale ed è nato il “maiale del risparmio” che foraggiato attraverso modesti e piccoli importi, al momento di “essere macellato” può dare un risultato considerevole» (Paul G. Becker).
Così ancora ai nostri giorni il maiale entra nella satira e nella letteratura, nella pubblicità e nell’oggettistica, nelle monete e nei francobolli, sulle copertine di dischi e di libri o nei personaggi dei fumetti, perpetuando una famigliarità, un tempo concreta e quotidiana, oggi più virtuale e simbolica, ma sempre ineludibile.